I programmi di screening prevedono l’invito attivo e gratuito del cittadino da parte del Servizio Sanitario Nazionale alla scadenza dei periodi stabiliti.
Pertanto, a seconda delle modalità previste dal programma locale, le persone in età di screening riceveranno una lettera di invito per l’esecuzione del test.
È un esame semplice e non doloroso che si esegue prelevando con una spatola e uno spazzolino il materiale presente sul collo dell’utero, che viene “strisciato” e fissato su un vetrino e quindi analizzato in laboratorio. Perché riesca al meglio, il test va eseguito:
ad almeno tre giorni dalla fine delle mestruazioni e in assenza di perdite di sangue
astenendosi da rapporti sessuali nei due giorni prima dell'esame
evitando ovuli, creme o lavande vaginali nei tre giorni precedenti il test.
lo striscio oncologico (Pap test), che serve a scoprire eventuali lesioni che possono trasformarsi in tumore e che va effettuato una volta ogni tre anni
lo striscio batterioscopico o batteriologico, che serve a scoprire le cause di un’infezione vaginale e che va effettuato solo quando il medico lo ritiene necessario.
In caso di test normale il centro di screening invia una lettera con l’esito e consiglia di ripetere il test dopo tre anni. Se dovessero, invece, essere rilevate alterazioni la donna viene contattata dal centro di screening e invitata a sottoporsi a ulteriori accertamenti.
L’esame di approfondimento è la colposcopia, esame ambulatoriale che serve a controllare la cervice uterina e che comporta al massimo un leggero fastidio. Si esegue con il colposcopio, uno strumento munito di una sorgente luminosa e di un sistema di ingrandimento che permette di vedere eventuali alterazioni.
A volte l’esame è accompagnato da una biopsia, un prelievo di una piccola quantità di tessuto dal collo dell’utero.
Per fare il test per l’HPV è necessario prelevare un campione di cellule dalla cervice uterina, in maniera simile a quanto si fa per il Pap test. L’esame deve essere effettuato non prima dei 30 anni ed essere ripetuto con intervalli non inferiori ai 5 anni in caso di negatività.
Se il test HPV risulta positivo la donna dovrà sottoporsi a un Pap-test che quindi diventa un esame di completamento, (chiamato anche test di triage) , perché seleziona le donne che hanno modificazioni cellulari e che devono fare la colposcopia, se invece la citologia non presenta alterazioni importanti la donna ripeterà il test HPV dopo un anno.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni. In alcune Regioni si sta sperimentando l’efficacia in una fascia di età più ampia, quella compresa tra i 45 e i 74 anni.
La mammografia è un esame radiologico della mammella, efficace per identificare precocemente i tumori del seno, in quanto consente di identificare i noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto.
Una positività alla mammografia non equivale a una diagnosi certa di cancro al seno, anche se indica una maggiore probabilità di essere affette dalla patologia. Per questa ragione, in caso di un sospetto, al primo esame seguono ulteriori accertamenti diagnostici che, all’interno dei programmi organizzati di screening, consistono in una seconda mammografia, in un’ecografia e in una visita clinica, a cui può far seguito una biopsia per valutare le caratteristiche delle eventuali cellule tumorali.
L’esame, estremamente semplice, consiste nella raccolta (eseguita a casa) di un piccolo campione di feci e nella ricerca laboratoristica di tracce di sangue non visibili a occhio nudo.
Il test è utilizzato nella quasi totalità dei programmi di screening per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto e viene eseguito ogni 2 anni nelle persone tra i 50 e i 69 anni.
Poiché le eventuali tracce di sangue possono essere un indizio della presenza forme tumorali oppure di polipi che possono, in futuro, degenerare, è indispensabile in caso di positività eseguire l’esame di approfondimento che consiste in una colonscopia.